Xenotimo - YPO4
Il nome xenotimo deriva dalle parole greche "xenos" (estraneo) e "timé" (onore), in quanto all'inizio si riteneva che l'ittrio contenuto all'interno del minerale fosse uno nuovo elemento. Lo xenotimo venne descritto per la prima volta a Vest-Agder, in Norvegia nel 1832. La struttura dello xenotimo è simile a quella dello zircone, con gruppi tetraedrici PO43- in sostituzione a SiO44-. All'interno della struttura dello xenotimo sono possibili numerose sostituzioni da parte di altri elementi; Y può essere sostituito da Zr, Th, U e Ca. Lo xenotimo è un raro fosfato comune in rocce alcaline a peralcaline (graniti peralcalini, sieniti alcaline ecc.).Caratteristiche ottiche:
• Colore: da incolore a marrone bruno
• Forma: comunemente forma cristalli bipiramidali allungato lungo l'asse c
• Pleocroismo: generalmente moderato
• Rilievo: alto
• Colori di Interferenza: molto alti, simili a quelli dello zircone, ma più bassi.
Bibliografia
Le informazioni contenute in questa pagina sono tratte da:
• Howie, R. A., Zussman, J., & Deer, W. (1992). An introduction to the rock-forming minerals (p. 696). Longman.
• Le Maitre, R. W., Streckeisen, A., Zanettin, B., Le Bas, M. J., Bonin, B., Bateman, P., & Lameyre, J. (2002). Igneous rocks. A classification and glossary of terms, 2. Cambridge University Press.
• Middlemost, E. A. (1986). Magmas and magmatic rocks: an introduction to igneous petrology.
• Shelley, D. (1993). Igneous and metamorphic rocks under the microscope: classification, textures, microstructures and mineral preferred-orientations.
• Vernon, R. H. & Clarke, G. L. (2008): Principles of Metamorphic Petrology. Cambridge University Press.