Sienite a sodalite
Il termine sienite deriva dal latino "Lapis Syenitis" pietra di Syene, località dell’Egitto nota oggi come Assuan. Le sieniti sono rocce plutoniche a grana medio-grossa costituite in prevalenza da feldspati alcalini (generalmente ortose); il plagioclasio è presente in piccole quantità (>10%) mentre il quarzo è generalmente assente e se presente non supera mai il 5%.Le sieniti si rinvengono talvolta in piccole intrusioni isolate ma più comunemente come intrusioni "satellite" attorno a grandi complessi ignei granitici e anortositici. Il fatto che le intrusioni sienitiche siano relazionate, geneticamente e spazialmente, a grandi intrusioni granitiche ha posto il problema della loro genesi: durante le loro formazione grandi quantità di SiO2 sono rimosse, mentre aumentano sensibilmente la quantità di MgO, Fe, TiO2, CaO, Na2O e MnO. Questi cambiamenti chimici si suppone possono essere dovuti ad effetti locali, come l’assimilazione di rocce mafiche e/o carbonatiche unita al rilascio di volatili ricchi in SiO2.
Molte sieniti, tuttavia, sono interpretate come il risultato di processi di cristallizzazione frazionata a partire da liquidi basaltici. Chapman and Williams (1935) hanno dimostrato che la rimozione del 53% di plagioclasio, 10% di olivina, 10% di pirosseno e il 4.5% di ilmenite da un liquido basaltico, genera un liquido residuale monzonitico. La rimozione del 17% di plagioclasio, 16% di pirosseno e il 2% di ilmenite da questo liquido monzonitico, genera un liquido sienitico. Questo processo spiegherebbe la stretta associazione di sieniti e anortositi.
Le Nefelin Sieniti hanno ricevuto nel tempo numerose denominazioni derivanti dalle località in cui vennero descritte per la prima volta. Molti nomi non sono riconosciuti dalla "Subcommission on the Systematics of Igneous Rock" ma nonostante ciò vengono largamente utilizzati. tra i vari nomi attribuiti alle rocce nefelin sienitiche ricordiamo:
- Larvikiti: Temine derivante dalla località Larvik (Norvegia), utilizzato per descrivere rocce sienitico-monzonitico con feldspati alcalini labradorescenti.
- Nordmarkiti: Termine derivante dalla località Nordmark (Oslo), utilizzato per descrivere Quarzo-sieniti alcaline.
- Shonkiniti: Termine derivante dal Shonkin sag laccolith in Montana (USA), utilizzato per descrivere Sieniti con una percentuale di minerali mafici maggiore del normale.
- Laurdaliti: Termine derivante da Laurdal in Norvegia, queste rocce contengono anortoclasio, biotite, augite e rara olivina.
- Foyaiti: Termine derivante da Foya nella Serra de Monchique (Portogallo), sono rocce contenenti feldspati potassici, nefelina, pirosseni, biotite e anfiboli.
- Ditroiti: Termine derivante da Ditro (Ditrau) in Romania, sono rocce composte da microclino, sodalite cancrinite, biotite, aegirina.
- Miaskiti: Termine derivante da Miask sui monti Urali, sono una varietà di foyaiti ricche in mica.
- Litchfielditi: Termine derivante da Litchfield, Maine, U.S.A, sono rocce composte da albite, biotite, cancrinite e sodalite.
- lujauriti: Termine derivante da Lujaur sul mar bianco (Russia), sono rocce di colore molto scuro, contenenti aegirina, augite, arfvedsonite e spesso eudyalite.
- Kakortokiti: Termine derivante da Quaqortoq (nel sud della Groenlandia, complesso alcalino di Ilìmaussaq), sono sieniti peralcaline contenenti feldspati alcalini, arfvedsonite e eudialite.
- Naujaiti: Termine derivante da Naujakasik (nel sud della Groenlandia, complesso alcalino di Ilìmaussaq), sono sieniti peralcaline a feldspati alcalini pecilitici, con inclusioni di nefelina e sodalite.
- Pulaskiti: Termine derivante da Pulaski (Arkansas, USA), sono sieniti a feldspati alcalini e nefelina.
- Maligniti: Termine derivante dal Maligne River in Ontario, utilizzato per indicare sieniti ricche in aegirina (50%) e in cui nefelina e feldspati alcalini hanno le stesse quantità.
Cristalli blu di soldalite in una sienite. Itabuna Syenite Complex, Fazenda Hiassu, Bahia State, Brasile. Immagine tratta da James St. John
Bibliografia
Le informazioni contenute in questa pagina sono tratte da:
• Howie, R. A., Zussman, J., & Deer, W. (1992). An introduction to the rock-forming minerals (p. 696). Longman.
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