Fabrizio Innocenti
Fabrizio Innocenti ha lasciato la sua famiglia e la comunità scientifica il 27 gennaio 2009, a poche settimane dal suo settantesimo compleanno. Durante tutto il lungo periodo con il quale ha combattuto la sua dolorosa malattia, perfino nei suoi ultimi giorni, Fabrizio ha continuato a lavorare, a intraprendere e valutare nuovi progetti, e a comportarsi con i suoi collaboratori come aveva sempre fatto; egli apparteneva infatti a quella categoria di uomini che valutano la vita in ragione della rete di affetti e relazioni che riescono a costruire.
L’attività di ricerca, per lui, non era mai disgiunta dall’impegno profuso per promuovere un autentico rapporto umano con i suoi stretti collaboratori e, più in generale, con il gruppo cui, di volta in volta, si trovava a fare da riferimento.
Fabrizio Innocenti era nato a Livorno il 4 marzo 1939. La sua fu un’infanzia dura, nella Livorno del dopoguerra, praticamente orfano, affidato alle cure dei nonni materni che non poterono far nulla per rimediare all’incidente che lo privò della vista da un occhio.
La sofferenza irrobustì il suo animo ma non gli deformò lo spirito, lo rese attento ai bisogni del prossimo e l’occhio rimasto acquistò una capacità di analisi sottile e penetrante, l’attitudine a scrutare nei misteri della natura come nel cuore degli uomini. Queste virtù sono state un tratto caratteristico sia della sua vita professionale che del suo impegno sociale. Esse sono state fondamentali per l’avventura intrapresa all’indomani del terremoto del Friuli del 1976 col Progetto Finalizzato del C.N.R., e che contribuì a creare una comunità scientifica sensibile ai grandi temi della prevenzione e mitigazione del rischio geologico, da cui sarebbero in seguito scaturiti importanti programmi di ricerca, strutture come il Gruppo Nazionale per la Vulcanologia ed il nucleo di quella che sarebbe diventata la Protezione Civile.
In tutte queste iniziative, dei cui frutti gode ancora oggi l’intera Nazione, Fabrizio Innocenti ebbe modo di svolgere un ruolo consapevolmente nascosto ma proprio per questo essenziale. Era opera sua il tessuto di relazioni umane e scientifiche che aiutavano a questi grandi progetti di muovere i primi passi e consolidarsi come realtà operative capaci di coinvolgere uomini, strutture e mezzi finanziari. Il fortissimo legame con la famiglia e l’infaticabile impegno sul lavoro non hanno fatto dimenticare a Fabrizio chi poteva avere bisogno del suo aiuto anche al di fuori della famiglia e dell’Università. Questo forte coinvolgimento personale è attestato dall’attività che ebbe modo di svolgere in seno al Movimento Apostolico Ciechi, nel quale ricoprì importanti cariche promuovendo iniziative benefiche a favore di bambini ciechi nei paesi in via di sviluppo, e nell’appoggio assiduo in favore della associazione Sante Malatesta che assiste studenti stranieri dell’Università di Pisa in condizioni di difficoltà.
Fabrizio Innocenti ha svolto i propri studi universitari presso l’allora Istituto di Mineralogia e Petrografia dell’Università di Pisa, dove ebbe come principali maestri Stefano Bonatti e, soprattutto, Giorgio Marinelli, che nel 1963 fu anche suo relatore di tesi («Studio petrografico dell’affioramento eruttivo di Radicofani»).
Dal 1966 al 1975 ha ricoperto il ruolo di Assistente Ordinario presso l’Istituto di Mineralogia e Petrografia e nel 1969 conseguiva la Libera Docenza in Petrografia. Negli stessi anni è stato Professore Incaricato e poi stabilizzato per il Corso di Geochimica (1966-1969) e di Petrografia per il Corso di Laurea in Scienze Naturali (1969-1975).
Nel 1975 diviene Professore Straordinario di Petrografia e viene chiamato dalla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università di Pisa a ricoprire la cattedra di Petrografia per Scienze Naturali (fino al 1977) e per Scienze Geologiche (dal 1977).
Dal 1978 è Professore Ordinario di Petrografia. Per trent’anni si è dedicato con passione sempre fresca al suo corso, raccogliendo l’ammirazione e il rispetto degli studenti che il giorno dell’esame si sono seduti al suo microscopio consapevoli che l’esame sarebbe stato una lezione in più, la più difficile ma anche la più importante.
Il riconoscimento da parte dei colleghi delle sue notevoli capacità intellettuali e organizzative ha portato Fabrizio Innocenti a ricoprire la carica di direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dal 1990 al 1992 e di Presidente del Corso di Laurea in Scienze Geologiche dal 1999 al 2003. Fabrizio Innocenti è stato inoltre membro del Consiglio Scientifico del Gruppo Nazionale per la Vulcanologia - C.N.R. e responsabile della linea di ricerca «Genesi ed Evoluzione dei Magmi » dal 1983 al 1999. È stato Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania e dell’Istituto di Geocronologia e Geochimica Isotopica del C.N.R. di Pisa.
Fabrizio Innocenti è stato un precoce sostenitore dell’importanza della valutazione in campo scientifico, portando in discussione i più moderni parametri bibliometrici. Sempre ai vertici del rating Dipartimentale, ha voluto usare la propria elevata produttività scientifica non tanto come strumento di competizione, quanto come stimolo reciproco al miglioramento di tutti.
Insieme a F. Barberi e L. Villari, nel 1991 ha fondato la rivista scientifica «Acta Vulcanologica» della quale è stato co-Editore fino al 2001. È stato Editore Associato della rivista scientifica «European Journal of Mineralogy » dalla sua fondazione fino al 1996. Ha curato come Editore la pubblicazione di volumi speciali su varie riviste (Rendiconti della SIMP, Acta Vulcanologica, Bulletin Volcanologique, Periodico di Mineralogia, Memorie Descrittive della Società Geologica Italiana).
Ha svolto attività di consulenza su temi di Geotermia e Rischio Vulcanico per varie agenzie internazionali (ONU, IAEA) e società (Aquater, Geotermica Italiana, Elettroconsult) in varie parti del mondo (Turchia, Perù, Antille, Messico, Ecuador, Armenia, El Salvador). Per i suoi notevoli risultati scientifici Fabrizio Innocenti ha ricevuto due importanti onoreficenze: il premio Linceo per la Geologia, Paleontologia, Mineralogia e Applicazioni assegnatogli dall’Accademia Nazionale dei Lincei nel 1998; nel 2000 l’Ordine del Cherubino, assegnato dall’Università di Pisa ai docenti che hanno contribuito ad accrescere il prestigio dell’Ateneo per meriti scientifici e accademici. Fabrizio Innocenti ha sempre posto il gruppo di lavoro al centro delle sue cure e attenzioni, in quanto ha sempre fermamente creduto e predicato la fondamentale importanza e ricchezza dell’avventura della ricerca scientifica condotta in gruppo.
La collaborazione di gruppo era vista da Fabrizio come il mezzo per inglobare le molteplici competenze di persone diverse, migliorare il lavoro con il contributo complementare di tutti e promuovere la trasparenza e la soddisfazione nei rapporti umani. Il valore dato alla collaborazione, anche internazionale, in campo scientifico è testimoniato, tra l’altro, dal numero dei coautori delle sue pubblicazioni: i suoi 190 lavori su riviste internazionali e nazionali vedono come coautori 180 diversi ricercatori, di cui 50 stranieri.
Negli ultimi anni dei suoi studi universitari e immediatamente dopo la laurea, in continuità con l’opera del suo mentore, Giorgio Marinelli, Fabrizio Innocenti rivolse la propria attività di ricerca allo studio delle rocce magmatiche e metamorfiche della Toscana, con particolare riguardo a quelle dell’Isola d’Elba, producendo, insieme a F. Barberi, alcuni lavori che costituiscono tuttora un importante riferimento per la geologia della Toscana.
All’inizio degli anni ‘70, di pari passo con lo studio delle rocce magmatiche italiane, Fabrizio Innocenti intraprende una importante attività di ricerca nell’area egeo-anatolica e nell’Iran che lo porterà nel corso degli anni ad alcuni dei risultati più importanti della sua carriera e alla creazione di profondi e ininterrotti legami di collaborazione con ricercatori greci (M. Fytikas, N. Kolios, G. Eleftheriades, G. Vougioukalakis), turchi (Y. Savasçin), bulgari (Y. Yanev) e macedoni (B. Boev).
In questi anni si formano anche solidi e duraturi legami con altri colleghi italiani quali G. Pasquarè, G. Ferrara, R. Mazzuoli, S. Borsi, F. Radicati di Brozolo, L. Villari. Negli anni ‘80 continuano intensamente le ricerche sul magmatismo dell’area egeo-anatolica, della penisola italiana (in particolare sul vulcanismo campano con i colleghi pisani e napoletani) ed iniziano i primi studi sul vulcanismo delle Ande ecuadoriane e dell’Etna. Nella seconda metà degli anni ‘80 inizia a collaborare con il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide su temi di studio riguardanti il magmatismo Paleozoico e Cenozoico della Terra Vittoria settentrionale (ricerche condotte insieme a S. Rocchi, P. Manetti, S. Tonarini, P. Armienti e C. Ghezzo).
Negli stessi anni riprende lo studio del vulcanismo del rift Etiopico (con T. Abebe, P. Manetti e F. Mazzarini). L’incontro quasi casuale con D. S. Westerman portò ad un rinnovamento dell’interesse per il magmatismo della Toscana che darà luogo ad una lunga serie di lavori, in collaborazione anche con S. Rocchi, S. Tonarini e A. Dini, sull’origine e meccanismi di messa in posto delle rocce intrusive e subintrusive di Elba, Giglio e Montecristo. Negli ultimi dieci anni della sua carriera Fabrizio Innocenti ha ormai intessuto una fitta rete di collaborazioni su un numero vastissimo di temi ed aree di studio.
Oltre ad aver avuto il merito di dare una continuità a tutte le ricerche intraprese negli anni precedenti (in particolare per quanto riguarda l’area egeo-anatolica con C. Doglioni, S. Agostini, P. Manetti, S. Tonarini, Y. Savascin, e il magmatismo della Sicilia orientale con L. Villari, P. Armienti, M. Pompilio, R. Petrini, M. D’Orazio e S. Tonarini), in questi anni Fabrizio Innocenti aggiunge ulteriori importanti studi sul magmatismo della Patagonia e delle Ande meridionali (in collaborazione con i colleghi cileni, A. Lahsen e O. Gonzaléz-Ferrán, argentini, R. Omarini e M.J. Haller, e con R. Mazzuoli, M. D’Orazio e F. Mazzarini), sulla modellizzazione analogica dei processi di rifting e magmatismo (in collaborazione con G. Corti, G. Mulugeta, M. Bonini, S. Cloetingh e D. Sokoutis) e sul magmatismo del M. Vulture (con C. Doglioni, M. D’Orazio e S. Tonarini).
Fabrizio Innocenti ha sicuramente incarnato appieno uno dei ruoli più elevati del professore universitario. Il rigore del suo metodo di studio, la capacità di porre domande sempre nuove per interrogare la Natura e svelarne i segreti, uniti alla disposizione a condividere queste attitudini hanno creato una Scuola, sede privilegiata, sempre curata e incentivata, di collaborazione, discussione e progettualità, sia didattica che scientifica. I suoi allievi sono cresciuti liberi di esprimersi anche al di fuori delle idee del Maestro, con la richiesta di un impegno senza condizioni, ripagato tramite la sua stima personale e il sostegno nelle situazioni più importanti.
Anche nell’ultimo difficile periodo della sua vita ha affrontato la malattia col suo metodo di sempre, guardando lontano, al di là delle difficoltà presenti, sapendo di aver combattuto la buona battaglia e che la sua vittoria non stava nella guarigione, ma nel rimanere Fabrizio Innocenti fino in fondo e nel sentirsi circondato da persone che avrebbero agito sempre nella ricerca e nella vita tenendo alti i valori che lo hanno guidato e che ha saputo trasmettere. Ed è in qualità di Maestro di vita e di studi che tutti i suoi allievi e collaboratori lo ricordano con affetto e riconoscenza.
Pagina tratta per intero da: Ricordo di Fabrizio Innocenti (P. Armienti, M. D’Orazio, S. Rocchi); Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie A, 113 (2008) pag. 97-104