Distretto vulcanico dei Colli Albani
Carta geologica schematica della zona dei Colli Albani
I Colli Albani (o Vulcano Laziale) è un grande strato vulcano con una caldera centrale, situato a circa 20Km a sudest di Roma. I Colli Albani si sono sviluppati in una zona caratterizzata da sistemi di faglia estensionali orientate NW-SE, NE-SW e NS.
I prodotti vulcanici sono formati essenzialmente da depositi piroclastici (peperino) minori colate laviche, eruttati in un arco di tempo da 0.6 Ma fino all’epoca Romana. Le rocce vulcaniche ricoprono un’area ci circa 1000 Km2 e ricoprono depositi marini Plio-Pleistocenici che riempiono i bacini estensionali, sviluppatisi in depositi di flysh e su piattaforme carbonatiche (facies di Sabina e Facies Umbro-Laziale). I Colli albani sono situati sul lato Ovest della linea tettonica Ancona-Anzio.
Il vulcano dei Colli Albani ha attratto l’attenzione dei geologi per molto tempo, i numerosi studi vulcanologici, petrologici e morfologici hanno permesso di ricostruire le principali fasi eruttive:
1) Fase Tuscolano-Artemisio (da circa 0.6 a 0.3 Ma): In questa fase si è avuta la costruzione dell’edificio vulcanico principale, e si è conclusa con un collasso Calderico.
2) Fase di Faete (o fase di Campi Annibale, da circa 0.3 a 0.2 Ma): In questa fase si è avuta la formazione del cono intracalderico di Feate e successivamente un collasso intraclderico.
3) Fase idromagmatica (da circa 0.2 a 0.02 Ma): Fase caratterizzata da violente eruzioni freatomagmatica.
La fase Tuscolano-Artemisio produsse circa 280 Km 3 di materiali vulcanici, formati principalmente da ignimbriti e depositi di ricaduta. La più grande eruzione ignimbritica (circa 350 Ka) ha generato un vasta colata piroclastica (Tufo di Villa Senni) e causò il collasso calderico. Si sono avute successivamente eruzioni sin-post collasso calderico.
La fase di Faete ha generato circa 6 Km 3 di materiali vulcanici, che costituiscono il cono vulcanico di Faete, depositi massivi piroclastici intracalderici (Tufo di Campi di Annibale) e alcune colate laviche lungo i fianchi della caldera. L’attività di Faete si concluse con il collasso della nested cladera di Campi di Annibale e da eruzioni stromboliane circum-calderiche.
La fase idromagmatica finale si sviluppò lungo numerosi centri vulcanici situati nella zona Ovest dellpedifici vulcanico principale, e produsse circa 1 Km3 di materiali vulcanici (surge, lahar e rare colate laviche). I centri eruttivi più conosciuti sono i maar di Nemi e del lago di Albano. Le età più giovani, per i depositi vulcanici dei Colli Albani, misurate nella zona del lago di Albano indicano un età minore a 19 Ka.
Le rocce vulcaniche dei Colli Albani hanno una composizione fortemente ultrapotassica, e fortemente sottosatura; i prodotti variano da tefriti a foiditi (leucititi) e tefrifonoliti. Le colate laviche risultano più mafiche dei depositi piroclastici provenienti dagli stessi centri eruttivi, ma mantengono valori di alcalinità simili.
La maggior parte delle lave ha una tessitura scarsamente porfirica, in cui si rinvengono fenocristalli di leucite e clinopirosseno e scarsa olivina immersi in una pasta di fondo formata dalle stesse fasi in aggiunta a melilite, nefelina flogopite e calcite. Il plagioclasio è praticamente assente nei prodotti dei Colli Albani, ad eccezione della pasta di fondo di alcune lave.
I depositi piroclastici dei Colli Albani sono costituiti da scorie e pomici, con struttura porfirica con cristalli di leucite e clinopirosseno. Nei depositi piroclastici si rinvengono spesso abbondanti xenoliti di varia natura. Si hanno frammenti di colate laviche, rocce microgranulari plutoniche che rappresentano gli equivalenti intrusivi delle lave eruttate, cumuliti e skarn.
L’attuale situazione dei Colli Albani ha scatenato un considerevole dibattito nella comunità scientifica; come detto in precedenza si hanno evidenze di attività vulcanica anche in epoca Romana (alcuni autori Romani riportano strani fenomeni come piogge di pietre, fuochi improvvisi, esplosioni).
Inoltre si hanno numerosi dati archeologici (vasellame e altri artefatti umani pre-Romani rinvenuti al di sotto di depositi piroclastici). Questi dati indicano che l’attività vulcanica è considerevolmente più giovane rispetto all’età ricavata dal lago di Albano (19 Ka). Attualmente, basandoci sui dati sismici e storici si ritiene che i Colli albani siano in una fase di lunga quiescenza.
Bibliografia
Le informazioni contenute in questa pagina sono tratte da:
• Peccerillo.A: Plio-Quaternary Volcanism in Italy (2005)